LAURINIANE

DAI LAURINATES AL CASALE LAURINI DI MONTELLA

Fonte storica dello storico montellese Francesco SCANDONE, grazie a Salvatore Bonavitacola, Funzionario del Comune di Montella.

Estratto dal Piano Regolatore della Comune di Montella (Avellino), c'è la storia del casale Laurini.

Dagli studi dello Scandone si evince la presenza nella zona, intorno al 500 a. C., di quattro tribù irpine: gli Alfetani, gli Atrani, i Deculani ed i Laurinates.

Pare che gli Alfetani fossero insediati nei pressi dell'odierna stazione delle F.S. a Nusco, nei pressi del torrente Avella che da questa presenza sembra abbia preso il nome; gli Atrani pare fossero insediati in destra Calore nei pressi della località Cerrete un tempo chiamata Satrani; i Deculani erano insediati in sinistra Calore tra i Deci e Recogliano mentre i Laurinates insediati dapprima in destra Calore nelle località Lavraioca e Vesciegliete di qui si partirono per conseguire maggiore sicurezza, nel medioevo, per fondare l'attuale Casale di Montella denominato Laurini.

Le quattro tribù, riunite, fondarono un posto fortificato, che era anche luogo d'adunata e di mercato, in località Castagne dei preti, tra il fiume Calore ed il torrente Lacinolo.

Da tale campo fortificato controllavano il tratturo che, attraverso il passo delle Croci d'Acerno, saliva dal Salernitano. Il campo era delimitato da palizzate e la zona, ancor oggi, ha conservato il nome delle medesime: Pariti (da parietes = palizzate) come pure rimane la località Lifruri (dal greco frureo = torre di guardia) dove era localizzato su di un monte un sistema di torri di avvistamento in legno.

Questo sistema difensivo era congruente col modo di abitare degli Irpini che vivevano in nuclei sparsi (vicatim), piccoli agglomerati di case non in muratura. Nell'88 a. C. gli Irpini furono sottomessi dai Romani. I loro insediamenti difensivi vennero distrutti e la popolazione superstite trovò rifugio laddove poi venne eretta la chiesa di S. Lorenzo (Vedi All.to n. 1). I Deculani, che si erano sottomessi ai Romani, poterono restare in quei luoghi e vennero chiamati Fundani; ancora oggi i casali di S. Giovanni e di S. Silvestro sono noti con il nome di Fundani o, più genericamente, casale Fontana. Nel sistema politico-militare dei Romani Montella divenne municipio, per questo ruolo vi era necessità di un luogo di riunione e di mercato: il foro. La zona prescelta fu nella pianura, verso Cassano Irpino, tra Bagnoli Irpino e la sorgente Pollentina; il foro aveva un tempio dedicato a Giano, un portico e tabernae. Gli insediamenti nella valle del Calore erano costituiti da vici, modelli insediativi di tipo urbano che, raggruppati, formavano il fogus rurale il cui punto di riunione era il foro. La presenza romana nell'attuale tessuto urbano di Montella è confermata da elementi murari e non murari venuti alla luce alle pendici del casale Serra dove la chiesa di S. Pietro è costruita sulle mura del tempio di Augusto e nel casale Cisterna ove oggi è il palazzo Capone. Lapidi sono state rinvenute nel casale Prati; ma l'elemento di maggior rilievo, seppure trasformato, è la fortificazione sul monte Sassetano ove i Romani costruirono un torrione, torre rotonda munita di cisterna seminterrata, racchiusa da un perimetro murario a pianta quadrangolare e sulla cui sommità vi era un camminamento.

Sulla direttrice Folloni-Cassano Irpino e nella tessitura dei residui sentieri restano, ancora oggi, tracce della centuriatio romana.

Nel 571 d. C. Montella cade in potere dei Longobardi.

Documenti datati nel 742 danno notizia della presenza di una corte del principe Arechi; quando nell'849 il ducato longobardo di Benevento si divide, Montella viene attribuita al Principato di Salerno.

L'organizzazione politico-militare dei longobardi attribuiva un ruolo essenziale ai gastaldi, nobili locali, ed in questo quadro Montella divenne sede di gastaldato che comprendeva anche i territori di Bagnoli Irpino, Cassano Irpino e Nusco.

Il sistema territoriale difensivo del gastaldo di Montella vedeva quali capisaldi difensivi di primo livello i castelli di Serra Rotonda, di Bagnoli Irpino e di Nasco; strutture difensive di secondo livello erano i fortilizi di Fondiglio, Cassano Irpino, Bolofano nell'Oppido di Fondigliano, e le torri nell'abitato come quelle nei casali Serra, Cisterna e Fontana in Montella.

Nel 1076-77 Montella cade nelle mani dei Normanni. Con il loro avvento ha inizio il periodo feudale ed il gastaldato diviene contea. Nel 1139 hanno inizio le consuetudini dell'università (il complesso dei cittadini) regolate da Ruggero II. E' di questo periodo la trasformazione della torre del casale Serra nel palazzo di Rinaldo d'Aquino, rimatore montellese, del quale Montella era feudo e di cui restano oggi pochissimi ruderi, forse del tutto scomparsi.

Nel periodo che va dal 1266 al 1441 Montella è dominio della corte angioina e tale resta fino al 1293; Carlo II d'Angiò la tenne per se per farne un "casino" di delizie.

Nel 1295 passa in feudo a Bartolomeo da Capua e nel 1445 passa ai Cavaniglia; in quell'anno il castello ospita Alfonso I d'Aragona che partecipa ad una caccia nel bosco di Folloni. E' di questo periodo l'inizio della costruzione della chiesa e del convento di S. Francesco a Folloni.

Fra il 1498 e il 1501 il feudatario Cavaniglia ospita gli accademici Sannazaro, Pontano, Anisio e Cotta, i pittori Andrea da Salerno e Marco Pino

Dal 1441 al 1503 Montella è nelle mani degli Aragonesi. E' di quell'epoca l'abbandono della zona sul monte Sassetano; nei torbidi dovuti alla discesa in Italia del Lautrec, il castello del Monte fu spogliato degli arredi e suppellettili appartenenti alla casa comitale; furono rimossi infissi, porte e finestre e le travi del tetto; il castello fu abbandonato e decadde. Ciò determinò il definitivo consolidamento dell'insediamento a casali a valle del monte Sassetano, tra il torrente Sorbitello ed il fiume Calore. Un importante esponente di questo periodo fu Diego Cavaniglia, morto nella battaglia di Otranto e sepolto nel Convento di S. Francesco a Folloni.

La famiglia Cavaniglia si estinse nel 1618; in seguito la città di Montella passerà in feudo a molte famiglie, da ultimo i Grimaldi ed i Sauli di Genova fino a quando pervenne ai Doria d'Angri (1739) che la tennero sino all'eversione della feudalità.

Via Laurini di Montella sotto la neve. Grazie per la foto a Silvano Chiaradonna.


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